Lesione legamento collaterale mediale

Le lesioni al legamento collaterale mediale del ginocchio sono molto frequenti, soprattutto in chi pratica sport da contatto e/o che prevedono numerosi cambi di direzione. Il legamento collaterale mediale viene sollecitato in molte occasioni: serve a dare stabilità al ginocchio, lavora contro lo stress in valgo e in rotazione. Dato che parliamo spesso di calcio e preparazione atletica, per capirci, questo legamento entra in gioco in molte situazioni di gioco, come nei cambi di direzione, nei passaggi di interno piede, nei tiri in porta di collo/interno, nei contrasti.

Solitamente la causa di un infortunio al ginocchio è di origine traumatica e comprende più distretti. Capita molto spesso, soprattutto nelle distorsioni, di farsi male gravemente anche al crociato anteriore e menischi. E’ più rara e difficile la rottura del crociato posteriore. In altri casi la lesione è solamente a carico del legamento collaterale mediale, e questi sono i casi “migliori” se così possiamo dire, perchè solo un distretto è interessato ed è di facile guarigione.

In qualsiasi caso bisogna farsi vedere da un esperto, un ortopedico valuterà la situazione e saprà consigliarvi il percorso più adatto al caso vostro. La risonanza magnetica ci racconterà della vera entità della lesione.

La lesione può essere di primo, secondo o terzo grado. Si parla di lesione di primo grado quando sono coinvolte alcune fibre legamentose e il paziente presenta dolore localizzato e al tatto nella parte interna del ginocchio, comunque con stabilità.

Si parla di lesione di secondo grado quando sono coinvolte più fibre e il paziente presenta un dolore più generalizzato. I sintomi e il gonfiore sono quindi simili alla lesione di primo grado ma un po’ più grave.

La lesione di terzo grado è quella più grave, comporta una lesione completa con dolore (quello sempre) e instabilità del ginocchio. Questo tipo di lesione può necessitare dell’intervento chirurgico.

Come guarire da una lesione al legamento collaterale mediale?

Il trattamento solitamente è di tipo conservativo. Solo nei casi più gravi si dovrà operare il paziente chirurgicamente. Inizialmente bisogna prima di tutto ridurre il gonfiore e riprendere la mobilità articolare. L’ortopedico consiglierà o meno l’utilizzo di un tutore nei primi giorni. Già dopo pochi giorni è possibile ricominciare a lavorare sul rinforzo muscolare in modo statico. Inizialmente è importante applicare ghiaccio per ridurre il gonfiore ed è importante lavorare da subito sul NON dolore.

La seconda fase prevede un rinforzo più intenso con carico graduale e un inizio di attività sportiva con corsa lineare. Solo nella terza fase è possibile reinserire il gesto motorio specifico, con cambi di direzione e gesti tecnici. Se tutto va per il verso giusto è possibile ritornare ad allenarsi con la squadra. Ovviamente l’allenamento della forza ricopre poi un ruolo fondamentale.

I tempi di recupero vanno dalle 2-3 settimane fino ai 2-3 mesi. Una lesione lieve (di primo grado) permette all’atleta di tornare in campo ad allenarsi già dopo una decina di giorni.

In ogni caso sarà l’ortopedico o il fisioterapista a decidere il percorso da fare. Non bisogna improvvisarsi medici, questo articolo ha il solo scopo informativo. Voglio che passi il concetto che non bisogna riposare passivamente bensì bisogna lavorare sul non dolore e rientrare piano piano in forma. Si inizierà a lavorare a parte e solo quando non si avvertirà nessun fastidio si potrà rientrare in gruppo.