Lo spotter

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Lo spotter

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Lo spotter è un compagno di allenamento oppure una qualsiasi persona, magari il personal trainer che aiuta l’atleta ad eseguire l’ultima ripetizione. Ci sono persone che senza spotter non fanno quasi nulla, altri che non ne hanno mai bisogno, serve oppure no?

In questa foto ci sono parecchi errori. Si aiuta sempre dai polsi, mai dai gomiti! Manubri troppo verso le spalle e gomiti troppo alti.

Fino a qualche anno fa c’era la convinzione che per ottenere una buona crescita muscolare fosse necessario lavorare a cedimento. Secondo questa teoria lo spotter sarebbe necessario in quasi tutti gli esercizi. Studi recenti però, smentiscono questa metodologia di allenamento. Il cedimento muscolare non è necessario, quello che conta è il volume di allenamento totale. Effettivamente se ci pensiamo, lo spotter ci aiuta togliendo del peso, è lui a sollevare parte del carico, significa che la ripetizione aiutata non è completa e, aggiungo io, non necessaria. Piuttosto possiamo diminuire il peso oppure avere dei manubri/bilanciere di peso inferiore accanto e fare ulteriori ripetizioni al termine della serie.

E’ più giusto sforzarsi al 100% per concludere le ripetizioni prefissate anziché chiedere aiuto alla prima difficoltà. Abbiamo già visto di come numerosi studi dimostrano come sia il volume totale a contare, e come non serve neanche lavorare a buffer 0. Il buffer è la differenza tra il numero massimo di ripetizioni che riusciamo a fare in un determinato esercizio e quelle fatte o da fare. Dovessi fare una serie di panca piana a buffer 2 significa che “mi sto tenendo” 2 ripetizioni.

Vi faccio un esempio personale: mi sono allenato per anni con un mio amico e utilizzavamo le classiche tecniche da bodybuilder anni 80, e quindi sfruttavo molto le ripetizioni forzate, miglioravamo certamente, ma devo dire che i miglioramenti più importanti sono riuscito ad ottenerli quando ho iniziato ad allenarmi da solo. Non so se questi miglioramenti siano legati al discorso spotter ma sono migliorato anche da solo (anzi, soprattutto), significa che non serve avere un supporto ad ogni fine serie!

Con l’esperienza imparerete a gestire il carico e a non farvi schiacciare da esso, anche negli esercizi più pericolosi come la panca piana. Inizialmente è normale non riuscire a capire quando è arrivato effettivamente il limite e può capitare di provare a fare una ultima ripetizione invano. In esercizi come curl o lento manubri non è un problema, in esercizi come panca piana o squat può essere un problema. Diciamo che lo spotter può salvare una vita e nei principianti può essere utile. In sintesi, i primi mesi fatevi aiutare da qualcuno, in modo da fare la giusta esperienza e imparare a conoscere il proprio corpo, man mano che diventate più esperti non dovrete avere bisogno di nessuno a meno di tecniche particolari da provare (ma ogni tanto non sempre!).

1 commento

  1. Larry-E in 13 Luglio 2024 il 07:48

    Very interesting points you have remarked, thanks for putting up.Raise range

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Alex

Laganà

Nato il 4/2/1993, fin da piccolo pratico calcio, sport che pratico tutt'ora. Durante gli studi universitari lavoro in diversi centri sportivi e palestre, capendo che quello non è l'ambiente che fa per me. Una volta raggiunto il traguardo della laurea nel 2016 inizio così la mia attività di personal trainer e apro il mio studio a Volvera. Nel mio studio seguo i miei clienti in ogni allenamento. Nel mio tempo libero mi piace studiare e ho avuto modo di frequentare diversi corsi, che mi hanno permesso di specializzarmi nel personal training, nella preparazione atletica, nell'allenamento funzionale e nel recupero infortuni. Nel 2019 decido di aprire questo blog per trasmettere le mie conoscenze a tutti coloro che hanno voglia di imparare e desiderano migliorare il loro stile di vita.

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