L’agrimonia
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L’agrimonia è chiamata anche erba vettonica oppure eupatoria, nome che deriverebbe da Mitridate Eupator, re del Ponto che nel primo secolo a.C. avrebbe introdotto la pianta nella terapeutica. L’agrimonia è un’erbacea della famiglia delle Rosacee che raggiunge i 70 cm di altezza e cresce spontaneamente su terreni aridi, soleggiati e incolti, lungo i fossi, i sentieri e sui cigli delle strade.
Il fusto è eretto, coperto di una sottile peluria, le foglie sono composte da foglioline più piccole di forma ovale con un margine dentellato e con margine inferiore biancastro. Produce fiori gialli da giugno a settembre. Questi fiori sono composti da cinque petali.
A scopo terapeutico si usano le foglie e le sommità fiorite. Le foglie vanno colte prima della fioritura, l’essiccazione di esse va eseguito all’ombra in locali freschi e asciutti. Le foglie hanno anche un effetto ipoglicemizzante (abbassano la glicemia). Sono inoltre cicatrizzanti e se pestate sono utili in caso di dermatiti. I fiori invece si raccolgono all’inizio della fioritura e fatti poi essiccare così come le foglie.
L’agrimonia è ricca di proprietà salutari, viene utilizzata per curare i disturbi al fegato, per i disturbi renali e delle vie urinarie. Le proprietà analgesiche si rilevano preziose in caso di nevralgie, artriti e periartriti. L’uso esterno della pianta è consigliato nella cura di diarrea, ulcere varicose e come collutorio in caso di affezioni della bocca. Il suo infuso è una lieta sorpresa per il palato nonostante sia una pianta amara.
L’agrimonia è indicata anche in caso di dermatiti, congiuntiviti e riniti allergiche. Da evitare in gravidanza, durante l’allattamento e in caso di ipoglicemia.
Il dosaggio consigliato è di 3-6 grammi al giorno. Gli effetti collaterali possono essere legati a disturbi digestivi e costipazione.